La conduttrice ha rievocato alcuni momenti emozionanti delle ultime settimane, diventare mamma le ha completamente stravolto la vita
Tra le interviste più attese della stagione di Verissimo c’era sicuramente quella a Diletta Leotta, che da poco ha messo al mondo Aria, avuta con il portierone tedesco del Newcastle, Loris Karius. “Posso dire mi rendo conto cosa significa essere donna, essere mamma. Ero in un momento sereno, non mi sentivo pronta, ma Loris è la persona giusta, è quello che arriva nel momento giusto”, ha ammesso durante la chiacchierata con Silvia Toffanin spiegando come per non perdersi nulla lui faccia avanti e indietro spessissimo in aereo dall’Inghilterra.
Il legame con Loris sta traendo tantissima forza dalla nuova arrivata, tanto che la conduttrice ha spiegato che nei piani c’è anche un altro figlio: “Ho voglia di averne altri, Aria sicuramente avrà un fratellino o una sorellina. Non so bene quando, adesso voglio fermarmi un attimo e godermi il momento”. Sia lei che la figlia sono nate lo stesso giorno, il 16 agosto; Diletta ha festeggiato il suo compleanno in ritardo perché in quel periodo, appunto, era in ospedale.
Diletta Leotta sulla figlia Aria e la maternità: “È stato uno choc”
Appena tornata dalle vacanze a Dubai, Diletta Leotta si è subito sottoposta all’intervista di Silvia Toffanin, che l’ha accolta nello studio di Verissimo. Su Canale 5 ha parlato a ruota libera di tutto ciò che le è successo negli ultimi tempi, concentrandosi soprattutto sul suo rapporto con Loris Karius e sulla nascita della loro figlia Aria. A proposito del nome, ha tenuto subito a precisare: “Ero io che volevo chiamarla così, a lui invece piaceva Rose”.
Per quanto riguarda invece il diventare mamma per la prima volta ha spiegato senza tanti giri di parole: “Quando me l’hanno messa in braccio non ci ho capito molto. I primi quattro giorni sono stati uno choc”. Poi ha realizzato gradualmente cosa le stesse succedendo, nonostante ancora debba farci l’abitudine: “Quando sono arrivata a casa ho pianto perché pensavo: ‘Siamo in tre d’ora in poi, non più in due’. La mattina mi sveglio, la guardo e penso che l’ho fatta io: inizia a sorridere e mi sciolgo”.