Assegno ordinario e invalidità sono due elementi differenti e passare da uno all’altro richiede un approccio preciso.
L’assegno di invalidità viene corrisposto come forma previdenziale a coloro che, lavoratori o meno, siano in condizioni fisiche tali da richiedere un supporto economico per poter beneficiare di tutte quelle che sono le esigenze mediche specifiche.
Spesso si fa confusione tra quella che è l’erogazione dell’invalidità, l’assegno corrisposto dopo il pensionamento, quello di inabilità al lavoro e i requisiti specifici. Per tale motivo è importante comprendere non solo come si passa da uno all’altro ma anche quali sono i benefici da poter richiedere.
L’assegno ordinario di invalidità che viene dato a dipendenti autonomi e privati, iscritti anche alla gestione separata, è relativo ai lavoratori con almeno 5 anni di contributi che presentino domanda. Questo viene riconosciuto per 3 anni e poi può essere riconfermato. Si fa il rinnovo con visita medica apposita per confermare o meno la presenza di quella data problematica medica.
Quando invece si percepisce l’assegno di invalidità ma si lavora ancora, una volta che subentrerà la condizione di pensionamento il passaggio dall’assegno regolare a quello di pensionamento avverrà in modo automatico. In questo caso, al raggiungimento dell’età pensionabile, quindi ove ci siano tutti i dati richiesti come i contributi per 20 anni, questi due importi verranno alla fine cumulati. Tuttavia ci sarà una rimodulazione della cifra.
Un esempio pratico: se un soggetto ha ricevuto l’assegno di invalidità e lo ha riscosso senza lavorare, giunto all’età di pensionamento riceverà una prestazione ricalcolata. Laddove una persona abbia lavorato per 15 anni e poi interrotto la sua attività, avendo quindi l’assegno, al raggiungimento dell’età di pensionamento l’INPS calcolerà 25 anni di contributi e non i 15 reali, questo data la sua condizione. Ovvero sarà possibile andare in pensione in base al raggiungimento dell’età anche se mancano contributi. Questo però non influisce invece sull’importo che si va a prelevare che viene comunque definito sui contributi reali.
Discorso diverso invece per la pensione di inabilità la lavoro che è un altro elemento a disposizione dei cittadini. In questo caso bisogna fare apposita domanda e devono sussistere i requisiti specifici. Per la pensione di inabilità i contributi figurativi non valgono al raggiungimento della pensione, quindi non funziona come quella di invalidità. Vengono considerati solo i contributi effettivi.
In entrambi i casi la trasformazione dell’assegno avviene solo per la pensione di vecchiaia e comunque non per quella anticipata. Quindi un lavoratore che raggiunge la condizione non potrà richiederla. Il pensionamento anticipato è concesso solo in alcune condizioni e in casi specifici da valutare.
Poiché la questione è molto articolata vale la pena farsi seguire da un fiscalista, un commercialista o anche un CAF territoriale che possa svolgere le domande relative e tutte le pratiche utili.
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